Fotografare una fotografa non è mai cosa facile.
C’è sempre un po’ di ansia da prestazione.
Ma vedendo il risultato vorrei che quest’ansia da prestazione arrivasse sempre.

Anche in questo caso voglio riportare quello che avevo scritto sul mio profilo Instagram come didascalia nelle loro foto perché credo di non avere altre parole se non queste:

Ieri sera ho fotografato una collega e la sua famiglia.
Una collega che conosco da tanto e stimo da sempre. Ero agitata, nervosa ma soprattutto onorata per il compito.
È stato un servizio perfetto, favoloso da subito.
Persone giuste, posto giusto e luce giusta.

Alla fine però ho perso una cosa.
Un ciondolo di mia nonna che tenevo sempre al collo da quando lei è venuta a mancare.
A volte ci si affeziona talmente tanto alle cose materiali che quando si perdono tutto sembra crollare. Come se la persona collegata a quell’oggetto venisse a mancare una seconda volta.

Mia nonna probabilmente avrebbe riso nel vedermi disperata a cercare nella sabbia una croce d’argento di poco valore se non quello affettivo.
E avrebbe riso ancora di più nel vedermi tornare la mattina successiva munita di retino e grondante di sudore.

Poi guardo queste foto e vedo tutto l’amore che questi ragazzi provano per i nonni e penso che invece del ciondolo vorrei riavere mia nonna per stringerla forte come fanno loro.
Mi basterebbe anche solo un minuto.

Ma la vita è così e dobbiamo goderci ogni istante.
E magari riporre meno amore negli oggetti che inevitabilmente a volte vengono perduti ma portarci solo nel cuore tutti i ricordi meravigliosi. E io ne ho tanti.

Queste foto spero siano importanti per questa famiglia quanto lo sarebbero state per me se solo avessi avuto più tempo per scattarle.

E come una persona mi ha scritto ieri sera:
“foto così non hanno prezzo”.

Ps: no il ciondolo non l’ho trovato ma non perdo la speranza.
💛